Il vitigno Susumaniello è una varietà d’uva antichissima, coltivata solo in Puglia, e in passato era l’uva rossa principe della Valle d’Itria. Il suo nome deriva da “somarello” in dialetto pugliese e in quanto carica di grappoli “come un somaro”. È un vitigno storico che ha rischiato l’abbandono nel corso dei decenni. Oggi il Susumaniello rappresenta una vera rarità del territorio pugliese per questo è molto prezioso.
Ottimo come aperitivo, insieme ad antipasti leggeri della tradizione contadina pugliese, salumi non stagionati e formaggi delicati. Buono su primi piatti leggeri a base di verdure, carni bianche, pesce e minestre.
Colore rosa tenue. Profumi fragrante e delicato, con sentori di frutti rossi e note esotiche. Gusto pieno, rotondo, con buona acidità e sentori speziati che rimangono in bocca. Finale piacevole, fresco e fruttato.
In un manoscritto del 1871 oggi custodito nel museo della Fondazione Pomarici Santomasi a Gravina di Puglia, si magnificavano le qualità di un vino spumante che avrebbe potuto far concorrenza ai vini di Francia. Questo vino era chiamato Verdeca di Gravina non per l'utilizzo dell'omonomo vitigno, bensì per i suoi marcati riflessi verdognoli.
Era un vino famoso in tutto il circondario. Veniva spumantizzato in maniera quasi inconsapevole mediante la rifermentazione in contenitori sigillati delle varietà locali, Greco, Malvasia e Bianco di Alessano, che in virtù delle basse temperature delle cantine ipogee scavate nel tufo, manteneva un buon residuo zuccherino risultando mosso e delicatamente piacevole al palato